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Lifestyle in Giappone. Conosciamo meglio Tomoya Tabuchi, il designer di Kiyumi

Tomoya dipingeva e creava sin da quando era bambino, ma solo alle medie iniziò a prendere coscienza che quella del designer poteva diventare la sua professione. Nonostante le idee chiare, se gli chiedi qual è il suo prodotto di design preferito, non riesce a rispondere, perché ce ne sono molti che apprezza e sono troppi da elencare. Tra i nostri design preferiti, c’è sicuramente Kiyumi, la sedia che Tomoya ha disegnato per Arrmet e che ha vinto l’Archiproducts Design Award 2019, ed è ora esposta all’Interior Lifestyle Living in Giappone.

Abbiamo colto l’occasione offerta dall’IFFT, la fiera destinata al mercato dell’interior design, che si svolge in questi giorni a Tokyo, per rivolgere qualche domanda a Tomoya Tabuchi. Il designer giapponese collabora con molte aziende europee, per le quali ha progettato oggetti che hanno una linea riconoscibile e sono caratterizzati dalla ricerca ossessiva del dettaglio. Il ritratto che emerge dalle parole ha le linee ben marcate, di chi ha in mente un progetto definito, che si esprime attraverso la creazione di prodotti che entrano nella quotidianità delle persone e le accompagnano per lungo tempo, mantenendo intatto il loro significato.

Cosa hai in mente quando lavori a un nuovo progetto?

Tomoya: Cerco di discutere con me stesso sul significato o il contenuto del progetto e lavoro su un design ‘onesto’. Sono consapevole del rapporto paritario tra tutti coloro che sono coinvolti nel progetto.

Quali valori vuoi trasferire nelle tue opere?

Tomoya: Spero che i miei progetti possano avere una forza che non sia influenzata dallo scorrere del tempo e continuino a essere utili per molte persone in modo naturale in varie situazioni.

Cosa pensi a posteriori dei tuoi prodotti?

Tomoya: Nella maggior parte dei casi, continuo a utilizzare il prodotto nella quotidianità. Questo mi aiuta a comprendere come si adatta alla vita vera e mi offre spunti per nuove idee destinate a migliorare quel prodotto o per creare nuovi progetti.

Cosa pensi di Kiyumi?

Tomoya: Penso che assieme ad Arrmet possiamo creare più varianti, studiando nuove dimensioni o utilizzando nuovi materiali, poiché questa sedia può davvero essere utilizzata in qualsiasi tipo di ambiente e situazione.

Trovi ancora nel design di Kiyumi l’idea originale da cui è nata?

Tomoya: L’idea originale non è cambiata molto rispetto alla proposta finale per la struttura di KIYUMI e io stesso ho dovuto presentare poche varianti. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro creando questa sedia, discutendo con Arrmet e la direzione artistica, LucidiPevere, e coordinando insieme i dettagli.

Cosa ti piacerebbe disegnare in futuro?

Tomoya: Sono interessato a produrre qualcosa utilizzando materiale riciclato. Il designer deve non solo saper progettare ma deve anche avere conoscenze su produzione, distribuzione e consumo.