L’intento: modernizzare per dare un senso di calma
Il primo obiettivo era ammodernare la cappella, mettendo in risalto al contempo le vetrate esistenti. Questo proponendo una nuova gamma cromatica che voleva essere luminosa, morbida e rilassante.
Per questo motivo, l’intera struttura cromatica di questo luogo dedicato alla contemplazione è stata ridisegnata: i soffitti, originariamente in legno di colore scuro, sono stati ridipinti di bianco, così come tutte le parti in legno a vista.
La moquette scura è stata sostituita da una con tonalità più morbide in cui compaiono sfumature come il grigio chiaro, il blu chiaro e il bianco, dando al tutto una base serena.
Anche gli arredi – e in particolare le sedie (Máni Plastic di Arrmet) – sono stati ridisegnati secondo un codice più contemporaneo, mostrando colori tenui che ricordano quelli della nuova moquette.
Le vecchie tende di velluto blu scuro sono state rimosse e sostituite da tessuti laterali grigio chiaro che incorniciano una tenda centrale che riproduce una fotografia dell’artista di Neuchâtel, Patrice Schreyer.
Come in una serie di specchi, la fotografia offre una vista del lago che si può trovare poeticamente di fronte alla cappella, con tutta la sua gradazione di blu chiaro e grigio.
Al fine di dare a questo nuovo spazio una sensazione di protezione dalle nuove dimensioni visive fornite da tonalità chiare, lo studio ha creato un’installazione monumentale in carta, composta da oltre 3.000 segnalibri di carta giapponesi.
Uroboro, un simbolo protettivo
Tutti questi elementi sono orchestrati attorno al concetto di Uroboro, un simbolo che, dall’alba dei tempi, ha incarnato il ciclo del tempo e dell’eternità, quello della vita e della morte… L’Uroboro è rappresentato da un serpente che si morde la coda, un cerchio senza fine.
Il cerchio risultante da questo simbolo si trova nella forma rotonda dell’installazione monumentale del soffitto: un cerchio gigantesco, che si smaterializza lateralmente per proteggere così tutto lo spazio.
La disposizione delle sedie, raggruppate in quattro colori, disegna anche, visto dall’alto, un cerchio bianco al centro della cappella che si amplifica concentrandosi cambiando colore: blu pallido, grigio chiaro poi grigio antracite.
La sottigliezza si fonde nei dettagli.
In questo luogo adatto alla contemplazione sono sparsi alcuni piccoli dettagli altamente simbolici: in particolare le sedie che, con le loro diverse combinazioni di colori e le variazioni metalliche dei loro fusti, le rendono uniche fra loro… Come a significare che ogni individuo è unico.
Quando osservi attentamente l’installazione di carta sul soffitto, puoi vedere che nel mezzo sono nascoste quattro parole. Quattro parole che riprendono sottilmente i colori del tema e che sono come talismani in questi momenti di meditazione: “pace”, “cielo”, “luce” e “benevolenza”…
Anche il formato di questi segnalibri di carta giapponese non è dovuto al caso: 44 cm di lunghezza per 11 cm di larghezza, ma il numero 1.144 significa “trovare l’origine della propria anima“, nella tradizione giapponese.
Il designer
Non è un caso che lo svizzero Jorge Cañete, nato a Ginevra nel 1970, abbia scelto di dedicare la sua vita all’architettura d’interni.
In effetti, il suo senso del bello è stato affinato attraverso il lavoro per marchi di lusso. Laureato in economia e MBA, ha iniziato per la prima volta una carriera internazionale nella commercializzazione di beni di lusso, che lo ha fatto rimanere a New York, Madrid, Roma e nelle capitali dell’Estremo Oriente.
Nel 2004 decide di fermare tutto per iniziare una nuova carriera: si diploma in Interior Design alla Metropolitan University di Londra e inizia la sua carriera con un architetto a Ginevra, poi a Roma.
Nel 2005, ha scelto di mettersi in proprio e ha creato il suo studio, Interior Design Philosophy, con sede in Svizzera.
I suoi progetti (appartamenti privati, ville, chalet, negozi, castelli, showroom) portano subito una firma particolare: una decorazione d’interni emotiva, narrativa e poetica che si ispira soprattutto alla personalità e ai valori dei suoi clienti.
Crediti:
Progetto di Jorge Cañete
www.jorgecanete.com
Foto di Patrice Schreyer
www.patriceschreyer.com